Con l’avvicinarsi degli ultimi giorni dell’anno, si è soliti dire che è tempo di bilanci e di fare il punto su ciò che abbiamo vissuto negli ultimi dodici mesi. Analizziamo i nostri risultati, apprezziamo i successi, constatiamo i fallimenti. E proviamo ad iniziare il nuovo anno che arriva con una certa dose di buone intenzioni.
Accade più o meno lo stesso ogni anno, da quando eravamo piccoli, quando scrivevamo una lettera a Babbo Natale o ai nostri genitori (alcuni di noi avrebbero scoperto in seguito che le cose coincidevano…) contenente dolci promesse di un comportamento migliore e un maggiore impegno nel fare le nostre piccole grandi cose: i compiti, fare i bravi, mettere in ordine, aiutare in casa…
Diventando adulti, scopriamo che a lungo andare la vita sembra seguire le leggi della contabilità aziendale, del bilancio. Una sorta di gioco a “somma zero”.
A volte sperimentiamo il dolore e viviamo situazioni problematiche che sembrano schiantarci. Altre volte sentiamo fortemente l’amore, la felicità e la gioia nelle piccole e grandi sorprese che la vita ci riserva.
In effetti, la vita è molto più che una fredda routine di un contabile e questo dipende dall’imparare sempre più a cogliere la prospettiva migliore nel valutare ciò che stiamo vivendo e ciò che vivremo.
In altri termini, è fondamentalmente una questione di aspettative e intenzioni.
Ogni volta che pratichiamo una tecnica sul tatami riempiendola delle nostre aspettative e delle nostre intenzioni non purificate, quella tecnica è destinata immancabilmente al fallimento. È un’esperienza comune. Di più: forse è una legge della natura.
E scesi dal tatami… Cosa succede quando pianifichiamo accuratamente tutto in modo che tutto possa filare liscio nei nostri lavori, nelle nostre relazioni, ovunque?
Beh, succede che alcune variabili sconosciute spuntino fuori dal nulla e se non siamo più che capaci di essere flessibili e adattabili per un imprevisto, andiamo incontro ad un fallimento totale.
E, comunque, il piano originale è drammaticamente costretto ad essere rimodulato, modificato, ridotto, variato a tal punto da essere un lontano parente della nostra iniziale, splendida pianificazione.
Una pianificazione senza problemi e perfetta esiste solo sulle pagine asettiche dei libri di management e di organizzazione aziendale, ed è bene conoscere la teoria perché la realtà può essere decodificata anche grazie alle capacità di astrarre un modello da ciò che sperimentiamo, per renderla maggiormente comprensibile. Tuttavia, non è sufficiente: non basta essere dei buoni teorici, esattamente come non è sufficiente essere persone esperte di come va il mondo per poterlo attraversare senza troppi scossoni.
Sogniamo le nostre vacanze di Natale da mesi … e immancabilmente, come arrivano, prendiamo un’influenza che ci appiccica al letto come stracci bagnati.
Pensiamo di poter essere più felici cambiando il nostro lavoro … E il copione modifica solo i nomi degli attori e forse scena, non la trama.
Aspiriamo a valori più alti … E ogni giorno mille problemi ci riportano verso il fango della terra e della sua vita quotidiana.
Quindi, è male avere delle aspettative? Aspirare a situazioni e contesti migliori? Redigere una lista di buone intenzioni per il nuovo anno?
No non lo è.
Tuttavia, come persone che camminano su un sentiero cercando di seguire la sua disciplina e i suoi principi, dobbiamo ricordare che mentre il cambiamento è inevitabile, semplicemente perché il tempo scorre, il nostro miglioramento è una scelta.
Quindi auguriamo per noi stessi e per chiunque legga queste pagine che il nuovo anno possa conferire a ognuno di noi la capacità di concentrare le nostre intenzioni su ciò che ci migliora davvero, rendendoci individui migliori e liberandoci da quell’enorme quantità di intenzioni distorte che in realtà ci fanno stare fermi, convinti di essere in marcia verso una felicità irraggiungibile.
Felice anno nuovo!
Andrea e Sara
Grazie mille, carissimi amici! Avete proprio ragione… vi auguro un anno pieno di luce. Un abbraccio forte